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Come avviare una e-commerce

Creato: Giovedì, 01 Maggio 2014 18:22

e-commerceNel 2013 l'e-commerce ha rallentato la sua corsa, con una crescita per la prima volta a una cifra (+6%). Due settori hanno avuto una decrescita significativa. 
L'editoria ha subito un calo di oltre il 20%, ed è stata assorbita in gran parte dal settore dei centri commerciali on line. Si è persa progressivamente la divisione dei siti dedicati esclusivamente ai libri. Il settore salute e bellezza ha visto un calo del 19%. Il mercato estero diventa sempre più importante per permettere la crescita e la difesa delle economie di scala dalle aziende estere che entrano nel mercato italiano. 
A livello mondiale l'e-commerce nel 2014 raggiungerà i 1.500 miliardi di dollari, crescendo del 20% sullo scorso anno. Il mobile è il fattore chiave nella crescita dell'e-commerce. 
La diffusione di smartphone e tablet ha esteso di molto l'accesso al mercato on line, anche in Italia, dove 29 milioni clienti finali accedono a internet da mobile. Le aziende che non hanno affrontato questo cambiamento hanno avuto un calo del conversion rate sul proprio sito, mentre chi ha compreso le nuove opportunità portate dal nuovo tipo di accesso è stato in grado di sviluppare l'offerta di prodotti e servizi aggiuntivi dedicati, ad esempio sfruttando la geolocalizzazione del cliente. 
Tutto (o quasi) si può vendere sul Web: abbigliamento, libri, alimentari, informatica, viaggi e assicurazioni sono i più gettonati, ma si possono proporre anche articoli da collezione o servizi per le aziende (consulenze, traduzioni, Webmarketing…).
Come avviare un'attività di Commercio elettronico
Sono ogni giorno di più gli utenti privati e le imprese che fanno uso del Web per i propri acquisti, attratti dalla convenienza, dalla comodità di poter comprare da casa o dall’ufficio e con la possibilità di trovare informazioni ampie e complete sui prodotti di interesse come non sempre si riescono ad avere da parte dei negozianti.
Gli imprenditori del settore del commercio elettronico hanno oggi la possibilità di cogliere gli spazi lasciati liberi dal commercio tradizionale e mirare a conquistare tutti quei consumatori che sperimentano il web, attratti dalla convenienza, dalla comodità o anche solo dalla possibilità di ricercare informazioni ampie e complete sui prodotti di loro interesse.
In Italia la vendita on line è stata disciplinata a partire dal 1998, con il Decreto Legislativo Bersani sul commercio (art. 21 D.lgs. 114/98), che per primo ha introdotto il concetto giuridico di “commercio elettronico”.
Dal punto di vista normativo il commercio elettronico rientra nel commercio a distanza e non si differenzia in alcun modo dalle altre forme di vendita. 
Facendo alcune precisazioni terminologiche, per commercio elettronico si intendono tutte le transazioni relative alla cessione di beni e alla prestazione di servizi effettuabili per via telematica.
Da questa definizione deriva che si considera commercio elettronico una gamma molto ampia di attività commerciali, accomunate dal solo strumento con cui azienda e cliente entrano in contatto tra loro e gestiscono l’attività di compravendita.
Questa forma di commercio è definita diretta quando anche la trasmissione del bene avviene per via telematica; è il caso per esempio dei sistemi che permettono al cliente di scaricare (download) direttamente dal sito sul proprio computer i file di un libro, di un giornale, di un software, ecc. 
Si parla invece di commercio elettronico indiretto quando solo la compra-vendita avviene per via telematica, mentre la trasmissione del bene segue i canali della consegna fisica. 
Altra importante differenza è tra commercio elettronico business to consumer (B2C) e commercio elettronico business to business (B2B).
Il commercio business to consumer si riferisce ai casi in cui l’azienda che produce o commercializza prodotti e/o servizi vende al mercato dei privati cittadini e in generale dei consumatori finali.
Nel commercio business to business, invece, i clienti di un’azienda sono altre aziende nell’esercizio delle loro funzioni produttive.
Un’ultima puntualizzazione, infine, è quella che permette di distinguere i siti di commercio elettronico vero e proprio dagli e-marketplaces. Gli e-marketplaces sono dei siti internet o portali nei quali si permette ad un certo numero di operatori di uno stesso settore di avere visibilità e proporre la vendita dei propri prodotti o servizi. Il proprietario del sito ha semplicemente un ruolo di mediazione, ma non è direttamente coinvolto nelle transazioni commerciali. Spesso questo genere di commercio elettronico non si rivolge ai consumatori finali ma ad altre imprese dello stesso settore (business to business).
Le opportunità legate al commercio elettronico sono dunque molto ampie. L’imprenditore ha facoltà di decidere se rivolgere la propria attività verso altre imprese o verso i clienti finali; se operare in prima persona nella vendita di un prodotto o un servizio, o se realizzare una struttura nella quale avere il ruolo di facilitatore e promotore delle transazioni; se occuparsi della commercializzazione di prodotti realizzati da altri, o vendere delle produzioni proprie.
Avviare un’impresa di commercio elettronico per alcuni aspetti potrebbe sembrare un’attività relativamente semplice, che richiede un investimento iniziale limitato e poco tempo da dedicare alla gestione. Ma attenzione, non è proprio così.
L’impegno che un’attività di e-commerce richiede dal punto di vista temporale spesso è assai simile a quello che richiederebbe un negozio tradizionale. Gli aspetti da considerare e gestire per il successo dell’iniziativa sono, infatti, molti, e tutti richiedono soluzioni complesse. Dal punto di vista degli investimenti, sebbene siano certamente più contenuti rispetto a quelli necessari per una struttura commerciale tradizionale, non sono così trascurabili, dal momento che devono essere fatti costanti sforzi per mantenere il proprio sito web sempre aggiornato, visibile e fruibile.