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Franchising internazionale, il successo arriva dalla pianificazione

Federico Fiorentini, esperto di franchising a livello internazionale, ha incontrato e intervistato per r&f Paul Segreto (nella foto), professionista Usa di questo settore. Tanti spunti e una certezza: per varcare l’oceano col proprio format occorrono idee chiare e un planning preciso.

Il recente incarico ricevuto da Paul Segreto quale Presidente per gli Usa della Iafp (Associazione Internazionale dei Professionisti del Franchising) vale un’intervista che ci consente di rendere noto ai più che il franchising americano è vivo e gode di ottima salute e che può essere un mercato appetibile per i brand italiani.

Paul raccontaci di te, la tua esperienza ed anche il nuovo ruolo importante nella Ifa.

La mia esperienza all'interno del franchising è ormai di oltre 25 anni. Ho iniziato a lavorare per un franchisee e dopo diversi anni di successo sono stato scelto per dirigere le operazioni di un regional franchisee appena acquistato. Nel giro di un paio di anni sono diventato Presidente e Coo. Dopo tre anni ho aiutato il titolare della licenza franchising a vendere il pacchetto con un ritorno di oltre il 300% sul capitale investito rivendendo il sistema di franchising a un'organizzazione più grande. Dopo aver assistito l'acquirente attraverso un anno di transizione, sono diventato un Multi-unit franchisee, con interessanti attività in location molto performanti. Sei anni dopo, ho disinvestito con profitto tornando alla consulenza con l'obiettivo primario di aiutare il franchising ad avere successo a tutti i livelli. Così è da undici anni ed i risultati sempre più che positivi.

Perché i franchisor americani non amano andare all'estero?

I franchisor americani debbono costruire il proprio brand qui negli Stati Uniti. Perfezionandolo e fortificando tutti i sistemi qui. è fondamentale farlo prima di esplorare mercati internazionali. Comunque dobbiamo dire che per gli statunitensi mercati “stranieri” tipici sono il Canada e il Messico. successivamente, si concentrano su paesi di lingua inglese per ovvi motivi. Ma ho trovato che la maggior parte si lancia non avendo adeguatamente pianificato l'espansione internazionale, e spesso si avventurano in questi mercati, non appena una richiesta arriva dall'India o dal Medio Oriente. Ma l'eccezione alla regola esiste e sono i grandi franchising di fast food.

Ci racconti il tuo ruolo nell’Ifa?

Attualmente, sono un membro della Ifa e sono coinvolto nel comitato tecnologia. Con il mio programma radiofonico, Franchise Oggi, e con il prossimo Franchise Magazine Essentials, ho stretto legami importanti con il management gestionale dell’Ifa e regolarmente comunico con loro a tutti i livelli. Ho partecipato a numerose conferenze incluse Ifa Conventions, the Ifa-sponsored Small Business Lending Summit, e molte delle manifestazioni in franchising di più grandi dimensioni. Sono anche co-fondatore di FranSummit che fornisce addestramento virtuale nei social media e nelle tecnologie in ambiente in franchising. Infatti al nostro primo vertice Franchise Social Media - settembre 2011 - hanno partecipato stimati professionisti in franchising di 31 paesi e 5 continenti. Infine ho la mia rete personale di professionisti in franchising che è molto ampia e tocca molti, molti paesi in cui il franchising è una componente fondamentale dell'economia locale. Sono anche un membro attivo dell'Associazione Internazionale degli Affiliati e Rivenditori, e spesso sono un ricercato oratore e formatore.

Come puoi aiutare (le imprese franchising ) ad espandersi all’estero?

Ho una piena comprensione di ciò che serve per avere successo sia a livello di franchisee che di franchisor e quindi sono in grado di assistere le aziende verso il mercato estero. Conosco nel dettaglio i sistemi di franchising e la formazione necessaria per rendere i consumatori più sicuri cercando di realizzare per loro esperienze emozionali positive e memorabili... che sono poi la spina dorsale del bottom-up e la crescita della redditività.

 La tua conoscenza dell’Italia, dell’Europa e del franchising italiano?

Negli ultimi anni ho scritto articoli per la rivista Focus Franchiseek e Franchising, con sede nel Regno Unito. Ho scoperto che in ogni Paese le regole e corretti principi di base sono applicati. “Alla fine della giornata” tutta i franchising professional sono persone che sanno fare affari con le persone! So che c'è ancora molto da imparare, ma più dagli aspetti legali che operativamente.

Cosa suggerire al franchisor italiano per espandersi negli Usa?

Il mio suggerimento è quello di lavorare con un esperto statunitense, meglio se franchisee e professionista con una vasta gamma di specifiche esperienze, di là dall’aver fatto solo vendite di licenze franchising. È essenziale per perfezionare il sistema e rendere inattaccabile la documentazione e la tecnologia oggetto del know how. È bene avere anche un avvocato importante nel franchise che sia in grado di comprende il progetto non solo dal punto di vista giuridico. Poi è molto importante essere attivi in Ifa e partecipare alle numerose conferenze nel corso dell'anno. Ma il consiglio fondamentale è quello di valutare uno sviluppo lento e metodico con una strategia di sviluppo ben pianificata. Bisogna pensare a lungo termine!

I tuoi risultati più importante raggiunti con l’utilizzo dei nuovi media?

New media è una nuova forma di comunicazione nata ed assolutamente in grado di rimanerci a lungo: ha creato un nuovo modo di comunicare e fare business sia con i consumatori che con gli investitori. Ma entrambi sono più istruiti, più sofisticati e tecnologicamente più avanzati che mai. Ma sono anche più cauti e molto diligenti. I franchisor ed i franchisee per essere più  competitivi in ogni settore dello attività e sul mercato debbono essere in grado di abbracciare e condividere e lavorare con i nuovi media e la tecnologia dietro gli stessi mezzi.

Perché Iafp?

Ho scelto di collaborare con la Brd Consulting Iafp per contribuire a spezzare le barriere naturali che rallentano lo sviluppo esplorando le opportunità all'estero e negli Stati Uniti. Il franchising dovrebbe essere un linguaggio comune e può essere una componente integrante per stabilizzare le economie di tutto il mondo. La mia esperienza sia come franchisor che come franchisee, e come consulente franchising di successo che si concentra sull'utilizzo delle nuove tecnologie all'interno dell'ambiente di franchising è ancora rara.

Federico Fiorentini