Questo sito web utilizza i cookie

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Inoltre forniamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito alle agenzie pubblicitarie, agli istituti che eseguono analisi dei dati web e ai social media nostri partner. Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web

Il negozio del futuro? Si vende ma non si compra!

negozio-pdvGli aeroporti, le stazioni ferroviarie e i musei stanno diventando spazi dello shopping, mentre il punto di vendita si sta trasformando in un luogo che risponde a logiche post-commerciali, un negozio in cui non si vende, ma si compra: un incrocio di strade e di percorsi, destinato ad ospitare eventi. Il negozio diventa "snodo" e punto di scambio, hub da qual partire, per lanciarsi in nuove esplorazioni del tessuto urbano e del sistema dei media. Sempre meno contenitore completo e autocentrato , sempre più progetto aperto, dai confini mobili e cangianti: una soglia dall'identità elusiva e transitoria, costantemente "under construction", che permette tuttavia di disegnare nuove relazione con il contesto della città contemporanea, alla ricerca di inattese connessioni tra soggetti, luoghi  e merci. Un luogo fluido, mobile, diffuso. Da condividere e da esplorare.
La tendenza emergente è infatti di svincolare lo shopping dalla transazione commerciale: già oggi si visita il negozio per divertimento e per relax, ma anche per acquisire informazioni, mettersi alla prova, interagire con le proposte dell'azienda.
Domani l'acquisto vero e proprio potrebbe avvenire in un altro luogo e in un altro momento, ad esempio utilizzando le opportunità messe a disposizione dalle tecnologie - internet, videotelefono, reti satellitari - oppure canali più tradizionali: superfici commerciali di grandi dimensioni , ridotte a semplici "depositi" di beni, da utilizzare secondo criteri esclusivamente funzionali per soddisfare esigenze di approvvigionamento.
Decontestualizzando lo shopping dalla transazione commerciale e delegando alla tecnologia le funzioni time consuming, significa lasciare sempre più spazio a punti di vendita di nuova generazione.
L'evoluzione in atto anticipa gli scenari del prossimo futuro.
Un primo percorso è il "negozio esposizione". A metà strada tra galleria d'arte e museo, ospita merci smaterializzate e investe di una funzione puramente simbolica e valoriale. Ufficialmente non vende nulla:  si limita  a proporre un criterio di gusto, una visione, un'idea, alla quale ciascuno può aderire o meno. Il cliente esce da queste stanze a mani vuote.
Una possibile alternativa è rappresentata da punti vendita ibridi, caratterizzati da un'offerta trasversale, che scompagina le tradizionali distinzioni tra settori e categorie merceologiche. Si tratta di contenitori polifunzionali, ove è possibile accedere ad un'ampia gamma di servizi integrativi: supermercati che offrono spazi di gioco per bambini, musei che ospitano concerti e conferenze, librerie con annessa agenzia di viaggi. In questi luoghi il consumatore ha inoltre l'opportunità di partecipare a eventi, presentazioni, mostre fotografiche ed esposizioni a tema, senza alcun obbligo oltre quello di lasciarsi coinvolgere nel "copione" messo a punto dall'azienda: un "gioco dei ruoli", che consente ai retailing di qualificarsi, secondo un concetto allargato di edutainment, coniugando il divertimento, la sperimentazione e il gioco con l'apprendimento, e dando ampio spazio alle interazioni multimediali  rese possibili dagli sviluppi della tecnologia.