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Il carrello della spesa

Questo speciale è dedicato a quello che, a ragione veduta, è considerato il biglietto da visita di un supermercato: il carrello spesa.
Uno dei primi carrelli della spesa fu introdotto il 4 giugno 1937 dal suo inventore (Sylvan Goldman), proprietario del supermercato Humpty Dumpty a Oklahoma City. Si racconta che una notte del 1936 Goldman idealizzò una sedia a rotelle, dove vi appoggiò un cestino sulla parte dove solitamente ci si siede, e la spingeva dallo schienale.
Certo quel carrello costruttivamente era molto diverso da quelli attuali. Chi volesse sapere come vengono costruiti, suggeriamo di leggere l’articolo da noi pubblicato qualche settimana fa:  “Come deve essere prodotto un carrello spesa?”.Ricordiamo solo che, generalmente, i carrelli della spesa sono realizzati in metallo o in polipropilene, a mo’ di rete da pesca solida, equipaggiati con quattro ruote piroettanti per facilitarne la manovrabilità. Purtroppo il mancato funzionamento di una delle ruote può comportare il malfunzionamento dell’intero carrello. Ma non solo, anche un inadeguato diametro delle ruote (piccolo) potrebbe provocare difficoltà e fastidio a coloro che lo spingono, soprattutto quando è pieno di spesa, su piccole imperfezioni della pavimentazione, - sconnessioni, piccoli salti di quota, ecc. che si incontrano specialmente nella zona del parcheggio.
Negli ultimi decenni i carrelli hanno sviluppato un design migliore rispetto ai primi e in molti casi sono stati impiegati nuovi materiali (ad esempio polipropilene impregnato e stabilizzato) che li hanno resi più leggeri e più silenziosi.
I produttori di questo nuovo carrello sostengono, che:
- non potendosi ossidare, si è allungata la sua durata nel tempo rispetto ai carrelli con i componenti in metallo;
- riduce al minimo il momento di inerzia dell'impatto salvaguardando arredi e pareti e, nel parcheggio, minimizza anche i danni che i clienti potrebbero causare ad altri veicoli, evitando in tal modo eventuali reclami;
- soprattutto è il futuro perché compatibili al 100%  con la fatturazione automatica per etichette RFID.
Questa ultima asserzione sembra essere la più importante, perché nel prossimo futuro le tag di Identificazione per radiofrequenza  sono destinate a sostituire i codici a barre, con la conseguente scomparsa del banco cassa, tradizionalmente inteso, a vantaggio dell’arco-scanner (lettore a radiofrequenza).
In quest’ottica il carrello in polipropilene dovrà inevitabilmente sostituire quello in metallo che inevitabilmente provoca interferenze (rendendolo inaffidabile) quando viene letto dall’arco-scanner.
Questo comporterà per il distributore una riduzione dei costi (meno personale) e per il cliente  un risparmio di tempo (non dovrà più svuotare il carrello mettendo i prodotti sul nastro della cassa) e un miglioramento dell'esperienza di spesa in quanto si riducono le code in uscita.
Per concludere l’argomento sulle peculiarità  del carrello spesa è rimasto da dire che alcuni ricercatori ne hanno sviluppati alcuni prototipi con annesso Tablet PC trasformando l’atto di acquisto in un vero è proprio momento ludico. Ad esempio alcune catene distributive stanno testando dei sistemi che interagendo con gli smartphone  riducendo ulteriormente i tempi di attesa alle casse.
Un altro vantaggio per il distributore è la possibilità di ridurre la scomparsa dei carrelli dovuta a furti massicci. Questo tipo di furto verrebbe di molto ridimensionato se il carrello fosse in polipropilene in quanto non ha la possibilità di essere venduto come rottame. Si pensi che attualmente il carrello in metallo viene rivenduto a circa 15 euro.
Per quanto riguarda il consumatore quando si reca presso i punti di vendita si aspetta di trovare un carrello in buono stato d’uso, funzionale all’uso che ne dovrà fare ma, soprattutto, pulito.
Quello della pulizia dei carrelli sembra essere stato, sino ad oggi, l’ultimo dei problemi per i distributori. In alcuni supermercati all’interno dei carrelli si trova la “spazzatura” dell’utilizzatore precedente, sacchetti, scatole, ecc.
Chi si reca a fare la spesa non è insolito portare con sé i bambini al supermercato e soprattutto se sono piccoli e si reggono da soli, vengono messi  nel carrello. Sembrerebbe che i nostri piccoli, secondo il professor Charles Gerba dell’Università dell’Arizzona, condividino lo spazio insieme a germi e batteri. Lo studio, pubblicato qualche tempo fa, ha infatti dimostrato che il carrello della spesa nei supermercati è un enorme veicolo di malattie! Tra gli ospiti indesiderati anche l’Escherichia coli, responsabile di problemi intestinali. Sembrerebbe  che i carrelli della spesa risultino più sporchi dei bagni pubblici.
Prima della pubblicazione dello studio tutti eravamo comunque coscienti del fatto che il carrello della spesa potesse essere un ricettacolo di germi dannosi per la salute, ma questi dati fanno riflettere. Prima di utilizzare un carrello bisognerebbe disinfettare la sbarra e lo stesso professor Gerba sconsiglia di appoggiare direttamente il cibo acquistato sulle griglie, a quanto pare per tutelare igiene e salute dovremmo girare tutti con amuchina spray da utilizzare sul carrello prima di appoggiarci gli alimenti, e naturalmente lavarsi accuratamente le mani appena possibile!
In particolar modo si fa riferimento alle manopole dei carrelli, basterebbe quindi utilizzare i guanti usa e getta, che si trovano al banco della frutta e della verdura. Basterebbe inserirli all’entrata ancor prima di prendere il carrello.
I centri commerciali e i supermercati dovrebbero estendere le azioni di disinfezione, non solo nei bagni che si trovano all’interno dei loro locali, ma sopratutto sui carrelli della spesa.
Come combattere il proliferare dei germi intorno ai carrelli? Alcuni supermercati americani hanno adottato una soluzione innovativa installando delle macchine che li igienizzano. Queste macchine hanno l'aspetto di mini autolavaggi e spruzzano una soluzione di perossido sull'intero carrello dopo ogni uso che uccide il 99% dei germi. E in Italia?
Ha trovato una soluzione al problema un certo signor Berti che ha inventato “Mio il Salvamani. E’ una sorta di copertura monouso per i carrelli (completamente biodegradabile), da posizionare all’altezza delle maniglie, ossia dove comunemente vengono poggiate le mani. I microrganismi altamente nocivi per la salute, si annidano proprio all’altezza delle impugnature dei carrelli, ossia esattamente nel posto in cui dovrebbe essere installata la nuova “creazione” di Berto.
Pur comprendendo l’infelicità del momento i distributori oltre ad affrontare la crisi dovrebbero migliorare il servizio offerto ai propri clienti affrontando anche i batteri e i virus presenti sui loro parco carrelli. Sarebbe visto come un gesto d’affetto nei confronti dei nostri piccoli e un sicuro riconoscimento all’insegna.